lunedì 3 agosto 2009

«Qui c’è in gioco anche l’eredità della giunta Soru»

Francesca Barracciu ha sfiorato nel giugno scorso l’elezione a eurodeputato, totalizzando 117mila preferenze in Sardegna «un risultato mai raggiunto da nessuno». Consigliera regionale, ora si candida alla guida del Pd sardo (con la mozione Franceschini), carica che ha già ricoperto dal luglio al dicembre 2008, fino alle dimissioni di Renato Soru e al commissariamento del partito.
Riparte dall’eredità della giunta Soru?

«È stata una importante esperienza di riformismo e di moderno autonomismo. Quel patrimonio è la base di partenza per ricostruire il Pd in Sardegna ma va approfondito e modificato laddove non ha funzionato. Bisogna costruire un blocco sociale attorno a quelle idee, nella costruzione del consenso è mancato il Pd. Anzi, una parte del partito ha remato contro».
Il congresso sarà il redde rationem di quella battaglia interna?
«Non porterò nessuno spirito di vendetta. Il congresso sarà l’occasione anche per un riflessione profonda su quella vicenda e sugli obiettivi del Pd sardo: bisogna scegliere se tornare indietro o guardare al futuro».
La sua passata segreteria fu molto contrastata. Se vincerà come farà a tenere il partito unito?
«Già allora proposi una gestione unitaria, ma fu rispedita al mittente. Oggi le condizioni sono diverse, non ci sarà uno scontro a due. Mi batterò per vincere ma chiunque vincerà sarà il mio segretario. Il Pd dovrà coinvolgere costantemente i circoli».
Gli altri candidati che posizione avevano verso la giunta Soru?
«Silvio Lai (Bersani) ha guidato in consiglio regionale la battaglia contro la giunta di ... centrosinistra».
Lei si sente il candidato di Soru?
«Il suo sostegno per me è un onore, ma una spinta fortissima è arrivata dal basso, sindaci, circoli, militanti, moltissime donne».
Perché ha scelto Franceschini?
«Per costruire un davvero nuovo, laico, plurale, aperto, che vuole coinvolgere gli elettori e non fare passi indietro rispetto al bipolarismo».
Otto donne candidate al regionale sono poche?
«Decisamente poche. Nel Pd la questione femminile non viene affrontata coerentemente con gli impegni presi. Il principio del 50% andava rispettato anche per le candidature alle segreterie regionali».
La polemica sui doppi incarichi?
«Non la capisco. Bersani non è forse un parlamentare? Eppure si candida alla segreteria, come Franceschini e Marino».
Fonte: L'Unità

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