domenica 25 ottobre 2009

Fare le primarie vuol dire...

«Ma le primarie si fanno per arrivare primi?». La bimba di dieci anni sente continuamente questa parola e si chiede che cosa voglia dire. Possiamo aiutarla? Sì, le primarie si fanno per arrivare primi. Ma non solo primi per stare davanti agli altri. Si fanno di più per essere primi in democrazia, primi in dialogo, primi in convivenza, primi in rispetto, primi in partecipazione. Le primarie si chiamano così perché si fanno prima, ma non come un cosa che si fa prima per poi non pensarci più. Si fanno prima perché sono importanti.
Primario è parlarsi. Primario è ascoltarsi.
Primario è confrontarsi. Primario è mettersi in gioco. Primario è rispettarsi. Primario è dare ragione di sé riconoscendo le ragioni dell’altro.
Primario, nelle primarie, è farle. Ci vuole coraggio, costanza, fantasia, fiducia. Le virtù primarie della politica del duemila. Primario, nelle primarie, è il gusto della politica. Primaria, nelle primarie, è la politica stessa, l’arte di governare la città. Arte, non artificio. Arte, una cosa bella. Primario, nelle primarie, è la voglia di esserci. Di camminare in mezzo agli altri, con le proprie idee, senza usarle come armamenti ma come argomenti. Primario, nelle primarie, è ricordare che l’obiettivo è sì il potere, ma il potere come servizio, non come dominio. Il potere come equilibrio fra i poteri, perché il potere può dare alla testa e dunque è primario mettergli limiti e controlli.
Le primarie assomigliano alla primavera. E quando ti dicono che non ci sono più le mezze stagioni non ci devi credere. La primavera la vuole abolire chi ci vuol far vivere sempre nel freddo della mancanza di ideali o nel caldo della polemica violenta. Fare le primarie non è primario, dice qualcuno. Non so. Magari ci sarà qualcosa di più primario delle primarie, ma intanto le primarie danno voce a un bel po’ di gente che altrimenti si sentirebbe sempre secondaria. Le primarie mettono paura a chi vuole fare come gli pare. In genere chi vuole fare come gli pare si comporta in modo sbrigativo: non c’è mai tempo, non c’è mai bisogno.
Prendersi il tempo di fare le primarie è di primaria importanza. Le primarie sono anche una faccenda di trasparenza. Quando uno scende in campo dice chi è, ci mette la faccia. Primario, nelle primarie, è il confronto a viso aperto.
Le primarie fanno da base. La scuola primaria, per esempio, si chiama così perché è lì che si imparano le cose primarie. Poi si va alle secondarie, dove si imparano tante altre cose, ma senza le cose imparate alle primarie uno è come una casa senza fondamenta. Primario, nelle primarie, è mescolarsi e lasciare che i colori si formino. Chi va alle primarie non ama la tinta unita. Primario è ricordarsi che le primarie sono un mezzo, non un fine. Chi vincerà alle primarie? In fondo è secondario. Primario è andarci. E io ci vado anche per te.
Fonte: Aldo Maria Valli - Europa

sabato 24 ottobre 2009

Noi non moriremo di prudenza. Noi vivremo di coraggio.

Occorre cambiare. Cambiare l’Italia per farne un Paese migliore. Cambiare la politica. E dunque cambiare noi stessi. Non è tempo di compromessi. Di aggiustamenti. Di piccoli calcoli. Di convenienze meschine. Chi ricerca il potere solo per sopravvivere sì è già condannato a perdere. E invece il nostro partito, il nostro sogno, hanno un senso solo se sapremo spendere ogni goccia della nostra fatica per cambiare (...)
E anche noi, noi democratici, dobbiamo recuperare il senso di questa nostra libertà come l’anima della nostra avventura. Anche noi dobbiamo essere liberi. Liberi dai condizionamenti del passato. Dalle nostalgie. Dalle nostre vecchie appartenenze. Dalle correnti. Dai piccoli calcoli di potere.
Perché non conta più da dove veniamo ma è molto più importante dove vogliamo andare. Liberi di sperimentare forme nuove del nostro essere partito. Con coraggio. Rischiando il nuovo. E’ proprio questa nostra capacità di rischiare che ci renderà interessanti. Che conquisterà l’attenzione di chi, finora, è rimasto sulla soglia, a guardarci. (...)
Nel primo numero di “Adesso”, il suo giornale, il giornale che aveva voluto ad ogni costo, anche sfidando l’incomprensione del proprio tempo, Don Primo Mazzolari aveva scritto queste parole: “Rischiamo di morire di prudenza in un mondo che non vuole e non può attendere. Adesso è un atto di coraggio. Adesso, non domani.”
Noi non moriremo di prudenza. Noi vivremo di coraggio. Il coraggio di cambiare tutto in questa Italia che non più attendere. Nessuno ci fermerà. Neanche il potere più forte. Lo dobbiamo alle nostre madri e ai nostri padri. Alle loro fatiche, al loro sangue, al loro sudore. Lo dobbiamo alle nostre figlie e ai nostri figli. Alle loro speranze in un futuro da vivere liberi. Adesso è il nostro tempo, il tempo della nostra sfida. Non è domani. E’ adesso.

Il Discorso ai Liberi: bellissima chiusura di Dario Franceschini a Marzabotto

Sem Dem Bs: L’appello: «Indagati fuori dalle liste elettorali»

Predicare bene e razzolare bene. Sembrano adottare questa versione rivista del famosissimo detto i rappresentanti della lista «Con Debora Serracchini Semplicemente Democratici» di Brescia.
A UN GIORNO dal voto delle Primarie il gruppo all’interno del Partito Democratico che appoggia la mozione di Dario Franceschini, lancia un appello ai tre candidati alla carica di segretario nazionale : estromettere dalle loro liste elettorali tutti i candidati oggetto di indagine, per gravi indizi, da parte della magistratura.
«DOBBIAMO ESSERE noi i primi a portare il buon esempio, a prestare attenzione alla questione morale» commenta Osvaldo Veneziano, candidato nella lista Semplicemente Democratici.
L’appello è nato alla luce dei recenti arresti in Campania che imporngono, secondo i sostenitori di Franceschini, una riflessione e un atto concreto anche nel Partito Democratico «perchè cominci quella fase di rinnovamento che molti cittadini si aspettano dalla politica e nelle istituzioni».
L’esigenza di svecchiare il partito ha portato il gruppo dei Semplicemente Democratici a scegliere molti giovani nelle proprie liste rinunciando anche a leader locali per favorire, invece, le new entry. La giovane candidata Rossella Olivari, del circolo del Pd di Gussago spiega perchè ha scelto di appoggiare la lista Franceschini. «E’ l’unico che è riuscito a capire quali sono i metodi di lavoro per portare avanti il Pd e cioè una solida linea politica basata sull’efficenza e la velocità e un metodo di comunicazione chiaro».
Fonte BresciaOggi

Il Giornale di Mr. B: Vota anche il centrodestra e tifa per Bersani


Questo articolo compare oggi sul "il Giornale" e credo sia illuminante tanto che qualsiasi commento diventa superfluo. Un invito per tutti alla riflessione prima del voto di domani... (M.B.) Ringrazio Stefano Mutti che ce l'ha segnalato.
A sinistra lo si agita come spettro anti democratico: militanti del centrodestra potrebbero infiltrarsi tra gli elettori delle primarie e falsare il risultato di domenica. Fantasospetti. Eppure il Popolo della libertà un suo candidato ce l’ha, e si chiama Pierluigi Bersani. Se partecipassero anche loro alla scelta del nuovo segretario del Pd, gli elettori di Silvio Berlusconi metterebbero la croce sul nome dell’ex ministro piacentino. Preferiscono il suo volto scavato al faccino più giovane e meno esperto di Dario Franceschini, danno fiducia alla solida parlata emiliana più che allo stridulo accento ferrarese. Meglio un vecchio comunista duro e puro che un vecchio democristiano pronto a sfrecciare sui binari delle convergenze parallele. Quanto a Ignazio Marino, gli basti l’onore delle armi.
Prendiamo la parola chiave della campagna elettorale per le primarie: la «sinistra». Il termine che ora univa ora divideva, quella che uno come Francesco Rutelli non voleva neppure sentire nominare. «Se il Pd accetta di essere sistematicamente qualificato come “la sinistra”, più ancora che bollito, è fritto», scriveva su Europa, perché è sinonimo di «irrevocabile collocazione in minoranza nella società italiana». Per l’ex leader della Margherita, la sinistra è eresia. Per Bersani invece è un patrimonio che comprende Il capitale di Marx e le Lettere dal carcere di Gramsci, un pantheon con Lenin, Stalin, Mao, Che ...

venerdì 23 ottobre 2009

E’ ora che il nostro paese si apra alla creatività e alla responsabilità delle donne.

DISOCRSO ALLE DONNE
Questa è la mia lettera al mondo, che non ha mai scritto a me”, dice la poetessa Emily Dickinson.
E’ una frase che riassume la storia delle donne, una storia di paludi di dolore attraversate, di umiliazioni,
miserie, violenze.
Ma una storia fatta di riscossa, di forza e di vittoria della dignità sulla sopraffazione.
Una storia che ci parla quotidianamente di libertà, della libertà femminile come strada per la libertà di tutti.
Ed è proprio dalla libertà che voglio iniziare un discorso che per me è un dialogo con le donne italiane.
Per dirvi:noi ci siamo, il Partito Democratico ha a cuore il vostro presente e il vostro futuro.
Non vi lasceremo mai più sole ad affrontare le prove tremende di un tempo pesante.
Il lavoro che manca.
I problemi della fine del mese.
I figli che avete, o che vorreste avere, e che una società sorda non sa accogliere.
L’immensa fatica quotidiana per tenere assieme affetti, famiglia, lavoro, tempo per sé.
Già, il tempo che vi manca sempre.
E allora correte, correte tutto il giorno e la sera non avete neanche un minuto per pensare a voi, perché la
stanchezza è tanta.
E il giorno dopo è già lì che vi aspetta, coi suoi affanni, le sue felicità rubate, i desideri e le delusioni.
Le donne italiane secondo i dati ONU sono le donne che lavorano di più al mondo, fra lavoro di cura e
lavoro per il mercato.
Ma quanti, nella nostra politica e nella società sono disponibili a trarre le conseguenze di questo dato?
Non parlo di fredde statistiche, ma di carne e sangue, di vite vere, di tempo che passa in una società come
quella italiana che preferisce non vedere, non sapere e non fare.
Eppure se le donne italiane si fermassero anche solo per un giorno l’intero paese si fermerebbe, ....

I SemDem di Brescia inviano una richiesta ai 3 candidati

Brescia 23/10/2009
Alla c.a. di:
PIERLUIGI BERSANI
DARIO FRANCESCHINI
IGNAZIO MARINO

Alla vigilia delle elezioni primarie di domenica 25 Ottobre, le nuove indagini e gli arresti di questi giorni in Campania, impongono una riflessione e un atto concreto anche all’interno del nostro partito affinchè, proprio dal PD cominci quella fase di rinnovamento che molti cittadini si aspettano dalla politica e nelle istituzioni.
Per dimostrare la coerenza delle nostre affermazioni con i fatti concreti; per i valori di giustizia e rispetto della legalità che animano il Pd che stiamo costruendo, al quale ha aderito anche Rita Borsellino; per introdurre, anche in Italia la prassi, ovvia in tutte le altre democrazie, per cui i rappresentanti politici oggetto di attenzione da parte della magistratura per GRAVI accuse di illetico, lasciano spontaneamente i loro incarichi per rispetto e senso di responsabilità verso gli elettori e per garantire la trasparenza delle loro azioni; Oggi, come rappresentanti della lista “Con Debora Serracchiani Semplicemente Democratici” ,chiediamo ai tre candidati di:
ESTROMETTERE DALLE LORO LISTE ELETTORALI TUTTI I CANDIDATI OGGETTO DI INDAGINE, PER GRAVI INDIZI, DA PARTE DELLA MAGISTRATURA .
Confidando nella volontà dei candidati di perseguire sempre la via della trasparenza e della correttezza attendiamo una vostra azione tempestiva.

                                                       Cordialmente
                                                          Semplicemente Democratici Brescia

Primarie Pd, il forum con Franceschini

14.28 - Lo rifaresti? Una candidata donna?
«Quando dicevo che il mio lavoro finiva a ottobre pensavo davvero che fosse possibile così. Dopo viene qualcuno che viene dopo, anche dal punto di vista anagrafico. Ho capito che non sarebbe successo così, e allora ho deciso di lasciar decidere agli elettori se dovevo restare o andarmene. È stato un bel confronto, una grande prova di maturità. Abbiamo dimostrato che non c'è stato logoramento, siamo riusciti anche a fare opposizione». Sulla candidata donna, «non vorrei che ci fosse la quota anche tra i candidati. Abbiamo delle donne molto in gamba ma hanno scelto di non candidarsi. Quel che è certo è che l'Italia su questo fronte è drammaticamente indietro rispetto a tutti gli altri paesi: troppe poche donne nei ruoli di responsabilità, e invece penso ce ne sia un grande bisogno. Di fatto oggi nel mondo del lavoro l'uomo cammina in pianura e la donna in salita».

14.26 - Le domande finali
Errori in questi due anni? «Non essere andati fino in fondo nel rinnovamento dei gruppi dirigenti, che non vuol dire chiamare le persone dalla Luna ma investire sul patrimonio dei nostri amministratori locali». Quali incarichi a Bersani e Marino? «L'ho già detto, Bersani ha delle competenze economiche quindi gli affiderei un incarico determinante in questo settore. A Marino chiederei di lavorare in un incarico che possa mettere a frutto le sue esperienze scientifiche: sul testamento biologico la pensiamo quasi allo stesso modo». Le alleanze? «Nelle regionali vuol dire alleanze alternative nel campo alternativo alla destra, in qualche caso anche allargandoci all'Udc, ma mai stipulando alleanza regionali su un tavolo nazionale. Lavorando sui programmi, in certe regioni possiamo tenere insieme sia Idv che Udc. Io non apprezzo i toni di Di Pietro ma non dobbiamo dimenticare che il nostro avversario è Berlusconi e che molti nostri elettori sono andati provvisoriamente a votare Idv. Inoltre faccio fatica a capire come sostenere il ritorno a una grande alleanza senza un partito che ha appena l'8 per cento. La sinistra deve venire in una cultura di governo e non antagonista, fermando il processo di divisione che la indebolisce e rende difficile un'alleanza. Questa competizione a chi è più puro degli altri deve finire. Spero che una parte di loro venga dentro il Pd: il ...

Il Pd è nato per cambiare il Paese e questo richiede scelte coraggiose

ROMA - Dario Franceschini ha scelto il suo vice. Se sarà eletto segretario del Pd nelle primarie di domenica prossima, il numero due del Partito democratico sarà Jean Leonard Touadi. «Il Pd è nato per cambiare il Paese e questo richiede scelte coraggiose, come quella di vivere davvero la società multietnica e rompere il legame tra criminalità e immigrazione», ha detto Franceschini. «Per questo ho chiesto a una persona che è in Italia dal 1970, ha tre lauree, ed è parlamentare del Pd, di essere il mio vice segretario. Ho scelto Touadi perché è un intellettuale, ma anche perchè è nero e lo dico senza ipocrisie», ha aggiunto Franceschini. «È un modo per sfidare la destra». «Lo statuto prevede due vice segretari. Uno sarà Touadi l'altro sarà una donna che sceglieranno con me le donne del Pd», ha in seguito annunciato Franceschini su Twitter.
ITALIANO DAL 1986 - Touadi ha 50 anni, è nato in Congo e dal 1986 è cittadino italiano. È stato giornalista alla Rai dove ha condotto il programma Un mondo a colori ed è professore di geografia dello sviluppo all'università di Tor Vergata a Roma. Prima di essere eletto parlamentare del Pd è stato assessore con Walter Veltroni alle politiche giovanili e alla sicurezza al Comune di Roma. «Accetto volentieri la proposta di Franceschini», ha risposto Touadi. «Ho sempre evitato come la peste di entrare in quel gioco per cui chi è nero diventa folcloristico. Non sfugge a nessuno che non sono nato a Trastevere, ma sento l'Italia come il mio Paese».
Fonte: Corriere.it

La scelta rivoluzionaria.

Cominciamo parlando di primarie. Perchè c’è un punto che credo occorra sottolineare con forza, ora più che mai: le elezioni con cui il 25 ottobre saranno scelti i segretari nazionale e regionali del Partito Democratico non sono soltanto una questione che riguarda gli equilibri interni a un partito o allo schieramento di centrosinistra.
Fra il trambusto e le punzecchiature che inevitabilmente accompagnano una competizione aspra per la leadership, penso sia andata un po’ offuscandosi la portata rivoluzionaria dell’evento, e uso l’aggettivo senza metterlo tra virgolette.
E’ la prima volta assoluta che in Italia un partito decide di affidare la selezione della sua classe dirigente alla democrazia nella sua forma più diretta e partecipata, invitando al voto tutto il suo elettorato, senza preclusioni. Siamo evidentemente un passo avanti all’esperienza delle primarie che portarono alla candidatura di Romano Prodi presidente del consigliom ma siamo un passo avanti anche rispetto alle primarie che elessero Walter Veltroni primo segretario del Pd, in cui il peso dei partiti fondatori e delle loro personalità di punta era necessariamente predominante rispetto alla differenziazione delle proposte politiche. Queste primarie, infatti, si celebrano in un momento in cui molti si interrogano seriamente sulla qualità
degli spazi di democrazia a disposizione dei cittadini nel nostro Paese, e su quanto sia da temere il pericolo di un progressivo restringimento di questi spazi.
Il contesto politico nazionale offre uno scenario in cui la dialettica tra le parti sembra trasformata in tumulto, sul quale ambisce pericolosamente a ...

giovedì 22 ottobre 2009

L'ortodosso, il liberale, il tradizionalista


E’ andata. C’è voluto un mese di lavoro, ma alla fine abbiamo avuto le risposte di tutti e tre. Non davamo per scontato che rispondessero al questionario della Stampa.
Questo perché un politico ha il diritto di scegliere se, quando e a chi rispondere, così come i cittadini hanno tutto il diritto di giudicarlo in base alle sue eventuali non-risposte. Perciò, innanzitutto: grazie a tutti e tre!
C’è un’altra cosa che non davamo per scontata, e cioè che emergessero differenze significative fra i tre candidati. E invece alcune differenze ci sono, e si vedono a occhio nudo.
Differenze politiche, innanzitutto. Solo Marino è a favore dell’abolizione del valore legale della laurea e punta su una sensibile riduzione delle tasse. E ancora solo Marino ha una posizione netta sul testamento biologico, rigorosamente imperniata sulla volontà del malato. Solo Franceschini dice in modo chiaro ed esplicito che punterebbe su un aumento dei posti in carcere. Solo Marino vorrebbe il salario minimo fissato per legge e uguale su tutto il territorio nazionale, Bersani e Franceschini non lo vorrebbero per legge ma «per via di contratto». Solo Bersani e Franceschini dicono chiaramente che sono contrari alle adozioni da parte di coppie omosessuali, e ancora solo Bersani e Franceschini dicono esplicitamente che le intercettazioni non ...

mercoledì 21 ottobre 2009

Collegio 4: Brescia (città e interland)

Collegio 6: GHEDI (Salò-Garda, Bassa Orientale)

Collegio 7: Lumezzane (Val Camonica, Val Trompia, Valsabbia)

Da Ferrara l'appello al voto di Debora Serracchiani

Noi sosteniamo Franceschini


Le Primarie sono alle porte: mancano pochi giorni!
Gli obiettivi principali vertono su due temi fondamentali: il Segretario e l’organizzazione del partito.
Per il Segretario è ormai di primaria importanza che : si ponga in maniera autorevole come leader del partito, esprima la sintesi dei dibattiti interni, promuova la discussione di temi e proposte ma, nel contempo, esiga che da questi confronti esca una linea politica UNICA che a lui spetterà, poi, esprimere con chiarezza di contenuti e di forma.
Per quanto riguarda il confronto e le attività che animano il partito sono invece ormai irrinunciabili i concetti di UNITA’, CHIAREZZA E COERENZA nei valori, negli intenti e nelle proposte che una classe dirigente deve esprimere.
Non è più tollerabile il costante clima di divisione interna.
Altrettanto importante è che subito, dopo queste primarie, il partito cominci a lavorare per creare quella proposta politica alternativa che dovrà caratterizzarci e renderci riconoscibili, quindi elaborare proposte innovative che ...


SETTE RAGIONI PER ELEGGERE FRANCESCHINI SEGRETARIO


1. Dario Franceschini è una persona seria. Ha svolto con spirito di sacrificio e bene il ruolo di segretario nazionale del Partito democratico negli ultimi sei mesi, i più difficili della storia del centrosinistra italiano, travolto da una serie impressionante di sconfitte e di errori. Ha difeso il Pd, ne ha rilanciato le ambizioni, ha sbarrato la strada alla tentazione consociativa con un'area di governo che pareva imbattibile, ha avanzato proposte innovative. Ha dimostrato di essere un leader.

2. Dario Franceschini ha affrontato questo semestre da segretario del Pd con due gesti, uno iniziale e uno finale, che ne danno la cifra. Ha avviato la sua esperienza giurando in piazza sulla Costituzione accanto al padre partigiano, lo chiude con il "discorso ai liberi" a Marzabotto. Questa fedeltà alla Carta e ai valori dell'antifascismo, che appare agli sciocchi persino demodé, è la chiave della sua leadership: con Franceschini segretario del Pd non sarà possibile alcun accordo per stravolgere la Costituzione e i suoi valori fondanti. Niente tentazioni neopresidenzialiste, niente assoggettamento dei magistrati alla politica, niente bicamerali. Il Pd di Franceschini sarà un baluardo di difesa della Costituzione.

3. Dario Franceschini ha caratterizzato la sua segreteria con una serie di proposte concrete che ne hanno indicato la sostanza programmatica: l'estensione delle tutele del welfare ai precari, le battaglie contro i licenziamenti di massa nella scuola che lo hanno portato anche sui tetti dei provveditorati, il salario minimo contro l'emergenza povertà, il sostegno all'allarme sulla libertà di stampa in Italia, la solidarietà alle vittime delle aggressioni dell'area berlusconiana anche con atti simbolici, la visita agli immigrati sopravvissuti alla morte per fame e per sete che le destre volevano espellere come clandestini, le scuse alla piccola imprenditoria ...

Gussago: presentazione lista CON DEBORA SERRACCHIANI SEMPLICEMENTE DEMOCRATICI PER FRANCESCHINI


Gussago 21/10/2009
Ieri sera, grazie allo spazio concesso dal circolo PD di Gussago,  si è svolta la presentazione della lista “CON DEBORA SERRACCHIANI SEMPLICEMENTE DEMOCRATICI  PER FRANCESCHINI”.
Una lista che si caratterizza per la presenza di giovani, donne, nuovi cittadini, persone impegnate nel mondo dell’associazionismo;nessun leader locale per essere coerenti con la forte richiesta di rinnovamento e partecipazione che viene dal basso. I Semplicemente Democratici presenti in Lombardia in 16 collegi sosterranno la candidatura  di Dario Franceschini per rafforzare e portare avanti il progetto di un Pd votato al futuro e aperto alla società. Fanno parte della lista, tra gli altri, il Sindaco di Paderno F.C., Antonio Vivenzi, Rossella Olivari e Stefano Moscatelli di Gussago, Massimo Balliana di Bovezzo, Mamadou lamine Badji di Brescia. Candidato a Brescia nel collegio delle tre valli è l’ Ecodem Osvaldo Veneziano segretario nazionale di Arcicaccia.
Per maggiori informazioni si richiama ai siti:

martedì 20 ottobre 2009

Gussago ore 22: si presenta la lista Semplicemente Democratici


Martedì 20 ottobre 2009
alle ore 22.00
a Gussago presso la sede del 
circolo del PD sita in piazza S. Lorenzo
PRESENTAZIONE DELLA LISTA 
DEBORA SERRACCHIANI 
SEMPLICEMENTE DEMOCRATICI 
CON FRANCESCHINI
VI ASPETTIAMO NUMEROSI

lunedì 19 ottobre 2009

Comunicato stamba SemDem Brescia


Brescia, 19 Ottobre 2009
Giovani, donne, nuovi cittadini e persone impegnate nel mondo dell’associazionismo, nessun leader locale.
Sono queste le caratteristiche dei candidati delle liste “Con Debora Serracchiani, semplicemente democratici per Franceschini” presentate alle Primarie nazionali del Pd nella nostra provincia.
Semplicemente Democratici, l’ associazione del neo parlamentare europeo del Pd Debora Serracchiani, si sta costituendo anche a Brescia e non nasconde la soddisfazione di aver raccolto in pochi giorni le firme degli iscritti al partito necessarie a coprire tutti e quattro i collegi bresciani delle primarie per l’elezione del Segretario e dell’Assemblea Nazionale del Pd.
I Semplicemente Democratici, presenti in Lombardia in 16 collegi, nelle Primarie di Domenica prossima sosterranno la riconferma di Dario Franceschini a segretario per molte ragioni. Tra queste, c’è certamente la volontà di Franceschini di rafforzare e portare avanti il progetto del Pd con uno sguardo rivolto al futuro ed aperto alla società.
Importante è l’impegno dimostrato dal leader del Pd nel contrastare ricandidature dannose per il Pd, come Bassolino a Napoli, nel combattere le derive antidemocratiche di Berlusconi, nel presentare nuovi progetti riformisti per l’economia, l’ambiente e l’istruzione per il nostro Paese.
Alla presentazione, svoltasi presso Arte in Te, locale in via Cattaneo, sede di mostre ed iniziative culturali, era presente tra gli altri il Sindaco di Paderno F.C ,Antonio Vivenzi, Rossella Olivari di Gussago, Massimo Balliana di Bovezzo e Mamadou Iamine Badji di Brescia.
Di prossimo arrivo in città è invece il leader nazionale, candidato a Brescia nel collegio delle valli per Semplicemente Democratici, l’Ecodem Osvaldo Veneziano, segretario nazionale di Arcicaccia, e da anni impegnato per la regolarizzazione del sistema venatorio.
Per maggiori informazioni si richiama Ai siti:
Blog: http://semdembs.blogspot.com
Facebook: http://www.facebook.com/home.php#/group.php?gid=146536869529&ref=ts

Rocco Vergani
Per Semplicemente Democratici Brescia

PIÙ PD. CON FRANCESCHINI. Appello al voto

Se anche tu pensi... che l'identità dei progressisti nel 2000 sarà Democratica, cioè quella dei partiti che hanno vinto le elezioni e stanno governando gli USA, l'India, il Brasile e il Giappone; ti riconosci nella leadership mondiale di Obama e desideri la creazione di una grande Internazionale Democratica, capace di misurarsi efficacemente coi problemi globali, dalla affermazione della democrazia e della pace fino alla lotta al riscaldamento globale...
Se anche tu pensi... che l'offerta politica del Partito Democratico debba essere prioritariamente orientata al mutamento dei rapporti di forza nella società, alla conquista di nuovi voti come premessa e condizione indispensabile della conquista di nuovi partiti alleati; perché il nostro obiettivo non è solo quello di andare al governo, ma quello di cambiare l'Italia, in nome dei nostri valori e degli interessi sociali rappresentati dalla alleanza tra meriti e bisogni...
Se anche tu pensi... che il Partito Democratico non può delegare ad un improbabile partito "di centro" la conquista di quei nuovi consensi che possono fare del centrosinistra italiano una coalizione capace di governare stabilmente e di cambiare l'Italia...
Se anche tu pensi... che il Partito Democratico debba adoperarsi per rafforzare la novità emersa dal voto delle ultime Politiche, cioè il bipolarismo tra coalizioni organizzate attorno a due grandi partiti, ciascuno egemone nel proprio campo...
Se anche tu pensi... che Berlusconi dovrà essere cacciato dal Governo dal voto libero e consapevole degli italiani, non da colpi di mano parlamentari e da manovre di Palazzo...
Se anche tu pensi... che il Partito Democratico sia entrato in crisi - dopo la straordinaria stagione inaugurata dal discorso del Lingotto - non perché ha scommesso sul cambiamento del tradizionale modo di fare politica e di essere partito, ma per la ragione opposta: essersi rinchiuso nella mediazione interna tra le correnti dei vecchi partiti ed avere disperso l'ambizione a rappresentare sempre le esigenze della maggioranza del popolo...
Se anche tu pensi... che il Partito Democratico non può vivere senza il lavoro quotidiano degli iscritti, ma non può vincere se non riconosce a tutti gli elettori più attivi il diritto di partecipare a prendere le decisioni fondamentali: linea politico-programmatica e leader nazionale, da contrapporre alla proposta del centrodestra...
Se anche tu pensi... che, nel governo locale, il Partito Democratico deve esplicitamente proporsi di operare una rottura di continuità con metodi, persone e scelte che - in settori decisivi per la qualità sociale (sanità, rifiuti, acqua) - inducono molti cittadini ad accomunarci alla destra in un giudizio negativo (siete tutti uguali)...
...Vieni a votare per il Segretario del Partito Democratico,
il 25 ottobre prossimo, e scegli Dario Franceschini.

Fassino: "Dario è la scelta giusta per l'Italia e per il PD"

Il 25 ottobre si svolgeranno le consultazioni primarie per eleggere il Segretario nazionale del PD.
Oltre 10.000 seggi saranno allestiti in tutta Italia e potranno votare tutti coloro che si riconoscono nel Partito Democratico: iscritti, elettori (anche non iscritti) e simpatizzanti.
Potranno votare anche tutti i giovani con più di 16 anni, immigrati ed extracomunitari con regolare permesso di soggiorno.
Sin dal primo momento ho sostenuto con convinzione la candidatura di Dario Franceschini: perché è Segretario del PD da soli sette mesi, un tempo troppo breve per cambiare un leader; perché pur in un tempo così breve ha dimostrato di saper fare il Segretario e di avere doti di leader; soprattutto perché Dario meglio di tutti rappresenta quel Partito Democratico giovane, nuovo, plurale che abbiamo fondato per avere finalmente una "casa comune dei riformisti" e superare le divisioni del passato.
Ho scelto di sostenere Dario perché va evitato in ogni modo l'errore di trasformare l'elezione del segretario del Partito Democratico in una competizione tra ex DS ed ex Margherita.
Abbiamo voluto e fondato il Partito Democratico proprio per fondere, mescolare, unire le diverse culture progressiste italiane in un progetto unitario che vada oltre le appartenenze di origine di ciascuno di noi, per scrivere e narrare insieme una storia nuova in cui tanti italiani possano riconoscersi.
E garantire che il PD abbia un profilo largo, plurale ed aperto, e la condizione per ottenere un consenso elettorale ampio che consenta al PD di sfidare Berlusconi e di riportare il centrosinistra alla guida dell'Italia .
Per questo votare Dario Franceschini e farlo votare è la scelta giusta per l'Italia, giusta per il Partito Democratico, giusta per le speranze di ciascuno di noi.


Piero Fassino

Messaggio ai SEM DEM


Cara/o SemDem,
la fase congressuale del Partito Democratico é arrivata al momento più importante.
Fra pochi giorni i cittadini saranno chiamati a votare per le primarie e decideranno chi guiderà il Partito Democratico nei prossimi tre anni. L´apporto di tutti sarà fondamentale.
La Lista dei Semplicemente Democratici vuole rappresentare nello spirito delle primarie un´idea nuova dell´identità del partito. Protagonisti della nostra scommessa sono gli iscritti, gli amministratori, i giovani e tutti coloro che ogni giorno aprono i circoli nei nostri territori.
Crediamo in un partito che include e non esclude e si alleni a tenere insieme storie e tradizioni diverse per avanzare una proposta di governo alternativa alla destra.
E´affascinante affrontare questa avventura insieme, sapendo di poter contare su una militanza generosa che si spende per il nostro Paese.
Insieme a i tanti che hanno aderito abbiamo bisogno del tuo contributo e della tua passione, per questo ti chiediamo la tua disponibilità a candidarti nella lista Semplicemente Democratici per Dario Franceschini.
Grazie per il tuo impegno,
David Sassòli
Debora Serracchiani

Liberiamo il futuro

Se vincerà Bersani, sarà la cosa 3 - di Giovanni Colombo

Se vincerà Bersani, sarà la cosa 3. Riassunto delle puntate precedenti: gennaio 1991, cosa 1, dal Pci al Pds. Febbraio 1998, cosa 2, dal Pds ai Ds. E adesso, ottobre 2009, res tres, dal Pd al Psd (partito socialdemocratico). Forse esagero, accetto di mettere la s tra parentesi ma non di toglierla: le premesse ci sono tutte per avere un partito organizzato intorno al vecchio ceppo comunista e strettamente unito al sindacato (più Cgil che Cisl) e alle cooperative (più rosse che bianche). D'Alema sarà "il grande vecchio", Penati avrà il compito di tenere i rapporti con Gavio e la Compagna delle Opere, Bassolino e Loiero saranno sempre lì, Rosy Bindi e i suoi faranno, con dieci anni di ritardo, i cristiano-sociali e Enrico Letta, con la sua corrente campano - pugliese (e dire che doveva diventare il leader del Nord!), diventerà il pontiere verso l'Udc. Si torna infatti al pranzo di Gallipoli 8 agosto 1994 tra D'Alema e Buttiglione: da una parte il partito "laico" e "di sinistra", dall'altro il partito centrista, neo-democristiano, obiettivo l' alleanza di governo.
Io non mi ritrovo in una prospettiva del genere, avverto un insostenibile dejà vu (partecipai stancamente alla cosa 2), e quindi ho deciso di votare Dario Franceschini. E' lui, più che Marino, che può dare fastidio a Bersani. Un Franceschini che aumenti il suo consenso alle primarie, rispetto al 37 per cento di partenza, potrà chiedere di rivedere l'impianto del P(s)d in una linea di maggiore fedeltà all'intuizione originaria ("storie e identità diverse per un progetto comune").
Non mi faccio però illusioni. Non mi pare che quello che è stato finora in messo in circolo dai tre candidati sia sufficiente per affrontare il tempo che stiamo vivendo, che è tempo apocalittico. Uso il termine nel suo significato letterale: svelamento, rivelazione. Nel tempo apocalittico ciò che si sussurra nelle stanze da letto viene gridato sui tetti. Nel tempo apocalittico volano via i fogli dei discorsi e restano le parole scritte sui corpi.
Tutto, moralmente e politicamente parlando, s'è fatto chiaro, cosa resta da aggiungere? A che servono altre trasmissioni di Santoro, altri libri di Travaglio, altri processi (che finiranno con l'immancabile prescrizione)? Chi guarda Zeus capisce immediatamente che il suo corpo sta precipitando: il glamour è scomparso, le leggi ad personam sono penetrate all'interno e il cerone è ...

domenica 18 ottobre 2009

Le primarie del 25 ottobre: scegli Tu il leader del PD!



Domenica 25 ottobre si vota per le primarie del Partito Democratico. Bersani, Franceschini e Marino presenteranno una o più liste a loro collegati: ogni lista comprenderà i candidati alla composizione dell'assemblea nazionale del partito, che durante la sua prima riunione dopo le primarie eleggerà il nuovo segretario del partito. Perché l'assemblea elegga un segretario, è necessario che un candidato ottenga la maggioranza assoluta dei consensi. Qualora nessuno dei tre candidati dovesse ottenere la metà più uno dei voti dei componenti l'assemblea nazionale, si procederà a un ballottaggio tra i primi due classificati.
Dove si vota

I seggi saranno dislocati in tutti i comuni d'Italia. A Montichiari è presso la sede Pd di via Mantova 71, (vicino a gelateria Estate-Inveno, Carcadè Viaggi) , secondo il collegio elettorale di residenza. Si vota dalle ore 8.00 alle 20.00.
Chi può votare
Hanno diritto di partecipare al voto tutti i cittadini italiani, comunitari o extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno che, a partire dal compimento del sedicesimo anno di età, si riconoscono nella proposta politica del Partito Democratico, si impegnano a sostenerla alle elezioni e accettano di essere registrati nell’Albo pubblico delle elettrici ed elettori e versano un contributo di 2 euro. Studenti e lavoratori fuori sede sono esentati dall'obbligo di votare nel proprio collegio di residenza. Gli studenti e lavoratori, muniti di documento di riconoscimento, debbono presentarsi entro le ore 19 del 23 ottobre 2009 presso la sede provinciale del Partito Democratico, dove studiano o lavorano, e comunicare la loro decisione di votare in quella sede provinciale anziché nel seggio del luogo di residenza. Oppure, qualora impossibilitati a raggiungere la sede provinciale del PD, gli studenti e i lavoratori fuori sede, possono inviare alla Commissione provinciale per l’elezione del 25 ottobre, via fax o email, la domanda di esercizio del voto, corredata da copia del documento di riconoscimento. La Commissione provinciale, presso la quale l’interessato ha fatto richiesta deve comunicare al richiedente, entro le ore 12 del 24 ottobre, il seggio a lui assegnato per la votazione.
Come si vota

Gli elettori ricevono due schede: una celeste per le liste collegate al segretario nazionale, una rosa per le liste collegate al segretario regionale. In Lombardia i segretari regionali sono: Vittorio Angiolini collegato a Marino, Emanuele Fiano collegato a Franceschini e Maurizio Martina collegato a Bersani. Il voto si esprime tracciando un unico segno su una delle liste collegate ai candidati. Le liste sono bloccate: non è previsto voto di preferenza.
Per altre informazioni
Sul sito del Partito Democratico è presente una sezione speciale dedicata alle primarie, con altre informazioni utili. Inoltre, è attivo il numero 848 888800.
Per Montichiari: 339 23 61 900 – 3356787828 -- 338 8671210email: info@pdmontichiari.it

Manifesto dei SEMPLICEMENTE DEMOCRATICI


Dobbiamo cambiare il nostro Paese.
La politica può cambiare il nostro Paese.
Di fronte ad una società narcotizzata non è possibile stare a guardare: il Partito Democratico è oggi lo strumento della partecipazione. E vuole essere anche il partito della legalità.
Vediamo nella scelta legalitaria una scelta di partecipazione, in quanto non viene presa e vissuta come scelta personale, ma indaga e si proietta verso un ambito comunitario, è una scelta presa per gli altri oltre che per sé stessi, porta conseguenze a tutti, non solo a sé stessi.
La legalità, come principio garante di un uguale trattamento davanti la legge, ci deve spingere verso una maggiore partecipazione politica ad una società che è giusta solo finché ogni suo membro si comporta con giustezza; ed è democratica solo finché ogni suo membro vive in maniera attiva e responsabile la propria cittadinanza, contribuendo a formare quella pluralità e diversità di opinioni ed esperienze che arricchisce il patrimonio culturale di un Paese.
Senza la partecipazione attiva e la vigilanza della società civile la democrazia diventa formale, la politica perde qualità e ogni uomo manca di realizzare la sua naturale vocazione politica e comunitaria.
In Italia la prima riforma necessaria è una trasformazione culturale. Se non ricostruiamo il capitale sociale e morale del paese abbiamo poche speranze di rilanciare la crescita e lo sviluppo di questo paese.
Ad un modello in cui la strada del successo è fatta di notorietà, favori, visibilità, va contrapposto un modello culturale che premi merito e progettualità, investimento di lungo periodo. Un modello che sia diverso nei fini, ma anche nei mezzi.
Una riforma che percorra tutte le aeree del Paese, anche le più piccole, dove spesso e più facilmente si alimentano falsi miti.
E’ per questo che riteniamo imprescindibile l'impegno di ciascuno di noi nei nostri territori e nei nostri circoli. La presenza sul territorio è il nostro punto ...

sabato 17 ottobre 2009

Ecco la lista di Debora Serracchiani Semplicemente Democratici per Francieschini di Brescia e provincia



Collegio 4: BRESCIA (città e interland)

3. Mamadou Iamine Badji
4. Zanelli MariaRegina

Collegio 5: CHIARI (Sebino, Franciacorta, Bassa Occidentale)

1. Antonio Vivenzi
Collegio 6: GHEDI (Salò-Garda, Bassa Orientale)

2. Stefano Mutti
4. Luca Bormolini
5. Sofia Davolio Marani

Collegio 7: Lumezzane (Val Camonica, Val Trompia, Valsabbia)

1. Osvaldo Veneziano
2. Clara Bressani

domenica 11 ottobre 2009

Dario Franceschini Convention nazionale 11 ottobre 2009

«Che gruppo dirigente è quello che teme i suoi elettori? No al partito identitario, non possiamo tornare indietro»

Dario Franceschini non abbozza ma rilancia. E punta tutto sulle primarie. Dopo che il voto degli iscritti ha assegnato la maggioranza assoluta dei consensi al suo avversario Pierluigi Bersani, il segretario del Pd è tutt’altro che arrendevole.
Doppiata l’ininfluente convention nazionale di domani - che non farà altro che aprire la strada delle primarie a lui, Bersani e Marino - tutta l’attenzione è già sull’appuntamento del 25 ottobre. Una grande affluenza alle urne è la pre-condizione perchè Franceschini possa sperare di ribaltare la situazione, e su una grande affluenza Franceschini punta drammatizzando l’evento, equiparando le primarie a una manifestazione anti-Berlusconi: «Nei congressi di circolo - dice - hanno votato 467mila iscritti. Se il 25 ottobre a loro dovessero aggiungersi 1 o 2 milioni di elettori sarebbe un male? Tutt’altro. Se verrà tanta gente a votare darà più forza a chi guiderà il partito, chiunque egli sia, e più gente voterà più avremo le spalle robuste per opporci alla destra e tornare a vincere». Franceschini guarda apertamente anche «a quelli che alle europee hanno votato per Di Pietro. Sono delusi per amore, ma sono ancora interessati al Pd». E a chi per calcoli interni spera in un’affluenza modesta, il segretario ribatte: «Di cosa dobbiamo avere paura? Dei nostri elettori? Ma che gruppo dirigente è quello che ha paura dei propri elettori? Sono loro i nostri azionisti».
FRANCESCHINI ha spronato le sue truppe bresciane ieri sera nell’auditorium degli Artigianelli dopo aver incontrato i lavoratori dell’Ideal Standard in via Milano. Il comizio conclusivo (introdotto da Franco Tolotti e da Marina Berlinghieri, presente in sala il gruppo dirigente franceschiniano al gran completo, da Imberti a Rebecchi, da De Martin a Rosini) ha mostrato un ...

sabato 10 ottobre 2009

Perchè abbiamo scelto Dario Franceschini e la sua mozione

Perché l'Italia ha bisogno di Fiducia, Regole, Uguaglianza, Merito e Qualità
Perché quando Veltroni si è dimesso ha accettato la “patata bollente” mentre qualcun altro si defilava
Perché da quando è segretario del PD ha condotto un'opposizione determinata al governo Berlusconi e fatto proposte concrete e utili agli italiani
Perché vuole un PD dove si sta insieme sulla base di dove vogliamo andare e non guardando da dove veniamo
Perché è contro il nucleare e per la Green Economy
Perché è simpatico e simpatia significa sentire insieme
Perché candidandosi si è rivolto direttamente ai cittadini democratici senza fare accordi di apparato
Perché vuole un PD forte in grado così di fare alleanze sulla base di programmi condivisi e non ammucchiate perdenti anti-Berlusconi
Perché sul rinnovamento della classe dirigente ha le idee chiare, dice i si e dice i no, sia al nord che al sud
Perché vuole un partito radicato nel territorio e sa che il radicamento si fa con iscritti ed elettori
Perché crede in una legge elettorale che ripristini i collegi uninominali e riporti la scelta dei candidati nelle mani degli elettori
Perché con lui ci sono Debora Serracchiani, Rita Borsellino, David Sassoli, Pietro Ichino, Renato Soru, Damiano, Mario Adinolfi, Piero Fassino, e tante altre persone coraggiose che hanno voglia di cambiare l'Italia. Semplicemente Democratiche.
Perché sfida le destre non rincorrendole sul loro terreno ma proponendo un modello di società alternativo che vuole costruire il suo futuro e non subirlo
Perché ripropone valori che la destra sta cercando di cancellare ridando un senso e dignità a parole come solidarietà, condivisione, partecipazione, legalità, integrazione e sicurezza
Perché vuole un partito plurale che fa della contaminazione tra le visioni del mondo e le culture politiche al proprio interno, una ricchezza , un argine efficace contro tutti gli integralismi e i fondamentalismi, religiosi come ideologici.
Perché ci vuole sempre più coraggio quando si sceglie di andare avanti. Fermarsi o tornare indietro può essere più tranquillo e rassicurante, soprattutto in un tempo di paure e incertezze. Ma noi vogliamo un partito che ha il coraggio di rischiare.

venerdì 9 ottobre 2009

Intervista su Repubblica ( 9/10/2009): "Ora ci aspettano giorni difficili il Cavaliere non si rassegnerà"

ROMA - Segretario Franceschini, il rischio di autoritarismo che lei denuncia da giorni si fa più concreto dopo gli attacchi di Berlusconi al capo dello Stato?
"Ci aspettano giorni difficili, questo è sicuro. Berlusconi non si rassegnerà facilmente al giudizio della Corte costituzionale sul lodo Alfano. Lo abbiamo visto tante volte alzare il tiro per sollevare un polverone mediatico e coprire il merito dei problemi. Può darsi che abbia funzionato anche questo riflesso nelle sue reazioni. Ma stavolta non possiamo classificare quelle parole come le solite sparate. Me lo immagino il premier in questi momenti: dev'essere una giornata drammatica. Si sarà reso conto che nessuno, nemmeno lui, può essere sopra la Costituzione, la legge e i suoi principi".
Un Berlusconi con questo stato d'animo può davvero sovvertire l'assetto istituzionale del Paese?
"Per me il rischio più forte resta l'assuefazione, l'idea che tutto sia più o meno lecito, inesorabile e scontato. Quindici anni fa sarebbe stato possibile, immaginabile vedere un presidente del Consiglio che insulta la Consulta e il Quirinale per una sentenza del supremo organo di garanzia che lo riguarda? La risposta è no".
Allora il pericolo è reale?
"Da un certo punto di vista la giornata, drammatica per Berlusconi, è positiva per il Paese. La democrazia italiana dimostra di avere regole a anticorpi più solidi della prepotenza e dell'abuso di potere del premier. E registro che nel nostro Paese gli organi di garanzia hanno un'autorevolezza e una libertà superiori a qualsiasi pressione e intimidazione. Perché non dimentico che il ministro delle Riforme Bossi, mentre i giudici costituzionali erano in camera di consiglio, ha cercato di intimidire la Corte invocando il ricorso alla piazza".
Stavolta dunque ha ragione Di Pietro che dà del matto a Berlusconi e ne chiede le dimissioni?
"Guardi, io mi occupo del Pd. Posso garantire che noi non abbasseremo la ...

giovedì 8 ottobre 2009

Franceschini: «Pronti a risposta di popolo per difendere le istituzioni»

Il Pd è pronto a dare una risposta di «popolo» agli attacchi del premier agli organi costituzionali, annuncia il segretario del Pd Dario Franceschini. «Se non la smette con i suoi attacchi - avverte - sappia che troverà un Partito democratico unito e determinato e pronto a chiamare il suo popolo, quello che si è già visto il 3 ottobre (alla manifestazione per la libertà di stampa ndr) e che tornerà il 25 ottobre alle primarie». «Come segretario - aggiunge - garantirò una gestione unitaria del partito in questi momenti delicati, perchè esso abbia una voce unica».
Fuori dall'Italia - ha detto Franceschini - lo scontro tra Destra e Sinistra avviene sulle scelte di governo ma non coinvolge il terreno di gioco e le regole, che sono condivise». «Noi abbiamo un compito doppio: contrastare le scelte del governo e difendere il terreno in cui si gioca: la Costituzione, gli organi di garanzia, le regole. Noi le difenderemo dall'arroganza e dalla prepotenza di questi attacchi».
Quanto alla sentenza della Consulta - dice Franceschini - «non è materia di festeggiamenti, ma è stata una giornata importante e bella per la democrazia italiana». «È la dimostrazione - prosegue il segretario del Pd - che non c'è nessuno sopra la Costituzione, sopra le leggi, sopra gli organi di garanzia. E questa dev'essere stata la scoperta più drammatica per Berlusconi, ieri. Cioè che la sua idea che vincere le elezioni significhi diventare il padrone dello Stato è un'idea sbagliata. C'è qualcosa che è sopra di lui e che resterà sopra di lui: gli organi di garanzia, la Costituzione e le leggi».
Fonte: L'Unità

mercoledì 7 ottobre 2009

Serracchiani al Pd: «È l’ora di rinnovarsi»

I 400 mila iscritti, 4.500 dei quali bresciani, che hanno partecipato alle votazioni di circolo hanno decretato per il momento il successo di Pierluigi Bersani, ma detto questo «alle primarie del 25 ottobre del Partito democratico si riparte tutti dallo stesso punto». Ospite ieri nella sede del partito di via Risorgimento su invito dei simpatizzanti della mozione di Dario Franceschini, l’europarlamentare Debora Serracchiani osserva che compito e responsabilità degli iscritti è offrire la rosa dei candidati e quindi delle diverse linee politiche; spetta poi agli elettori decidere il segretario, e in questo «patto» c’è un grande «investimento per il futuro». Marina Berlinghieri, responsabile provinciale della mozione Franceschini, la traduce spiegando che ci sono tanti motivi per cui la società è cambiata: tesserarsi a un partito è più difficile e quindi l’idea delle primarie risponde all’esigenza di intercettare meglio il sentire del popolo di riferimento.
Per il resto, Debora Serracchiani sottolinea che il partito c’è già ed è presente sul territorio, così come «è già esistente il profilo identitario». Insomma, la scelta non è tra partiti liquidi e solidi: «Franceschini rappresenta la giusta mediazione tra le diverse forze del partito ed è la persona che meglio di altre, in questo momento, si sta sforzando di rinnovare il Pd», osserva. Serracchiani rileva che il congresso è «vero e utile» perché sta mettendo a confronto diverse posizioni in un partito che, indipendentemente da come finirà, «ha intenzione di rimanere unito».
L’EUROPARLAMENTARE sottolinea che la posizione di Franceschini in tema di alleanze è anche l’unica chiara: «È l’unico che parla di Pd federale - ricorda -, che non significa avere una linea precisa, ma valorizzare le istanze territoriali. Ed è l’unico che dice con chiarezza di non abbandonare il bipolarismo, che non vuol dire andare da soli, ma che il perno del programma di governo e della coalizione è il Pd». Insomma, per Serracchiani il partito deve continuare a guardare al centro e alla sinistra, senza «appaltare i voti di centro» all’Udc.
Emanule Fiano, candidato alla segreteria regionale, annuisce e aggiunge: «In Lombardia dobbiamo fare di più. Tanti sono scontenti di quindici anni del blocco di potere guidato da Formigoni e il 35 per cento di astenuti dice che uno spazio politico per costruire l’alternativa c’è».
A fare gli onori di casa il responsabile organizzativo Riccardo Imberti e il segretario provinciale Franco Tolotti, il quale osserva: «Il Pd resta un grande progetto collettivo e sforzo di tutti, innanzitutto, sarà avere una grande partecipazione il 25 ottobre». E venerdì 9 ottobre, alle 21, nell’auditorium degli Artigianelli ci sarà proprio Franceschini.
Fonte: Thomas Bendinelli - BresciaOggi