
Dal bipolarismo - scandisce Franceschini - non si torna indietro. A Casini che ha già dato per sepolta la vocazione maggioritaria del Pd e con essa lo stesso bipolarismo replica. «Non dobbiamo tornare indietro dal bipolarismo e dall'alternanza di governo. Io non voglio che attraverso il cambio di legge elettorale si vada ad una scomposizione del campo del centrosinistra». «Dopo Berlusconi -prosegue il segretario del Pd parlando alla scuola di formazione del partito- non vorrei che scoprissimo che il bipolarismo si è fatto soltanto attorno a Berlusconi: da una parte chi stava con lui e dall'altra chi stava contro. Non vorrei che si tornasse alle alleanze che si fanno dopo il voto. A quel tipo di politica lì. No, noi dobbiamo difendere il bipolarismo e -conclude- non tornare indietro».
Ma dai bersaniani arrivano subito critiche e accuse di tentennamenti. Nella posizione del segretario, osserva Filippo Penati, «intravediamo una certa confusione, frutto probabilmente delle mille voci in tema di alleanze presenti nella sua mozione».
Il segretario del Pd a Cortona parla di alleanze e precisa che accordi alle regionali si faranno «attorno ad un programma e a idee condivise». Franceschini cerca di tracciare l'identità del nuovo partito. Sul testamento biologico, ripete che la divisione tra laici e cattolici non ha senso e difende il diritto, in un grande partito come il Pd, di dare voce a tutte le sensibilità: «Ci interroghiamo, discutiamo ma alla fine prendiamo una posizione nel rispetto del principio sacro ... della laicità dello Stato». Sulla questione morale, suggerisce «prudenza» e lancia un monito: «Noi dobbiamo avere una soglia di vigilanza che è molto più alta, nel rigore dei comportamenti, nella distinzione tra il pubblico e il privato». E respinge l'idea che ci sia una questione nel Pd «perchè sarebbe un'offesa a migliaia di amministratori, quadri dirigenti e iscritti che fanno bene, che operano sul territorio anche in situazioni difficili».
Sulla sicurezza: «La destra offre solo protezione dalle paure e ha trascinato il Paese nel presente, incapace com'è di fare scelte che daranno frutti nel futuro - dice - Ma se noi portiamo la sfida su una visione di società del futuro noi possiamo vincere». Mea culpa sulla sottovalutazione da parte del centrosinistra del bisogno di sicurezza contro la criminalità espressa dalla gente, quindi, ma: «la società del futuro è multietnica, più viva di quella rinchiusa in se stessa, barricata, e sostanzialmente vecchia». L' integrazione - scandisce è la strada da perseguire ancora e ancora. Gli under 40 lo applaudono poi quando parla di merito («parola che abbiamo colpevolmente lasciato alla destra») e di combattere il sistema delle caste offrendo «le stesse opportunità al figlio del medico e a quello dell'operaio». E salutano con una ovazione l'invito finale a scegliere il segretario «in libertà e piena coscienza, senza farvi condizionare».
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