Franceschini ha lasciato il Nazareno e a Montecitorio ha riunito alcuni dei parlamentari che l’hanno sostenuto al congresso. «Propongo di accettare», è stata la frase pronunciata di fronte a Fassino, Sereni, Fioroni, Gentiloni, Verini, Realacci. I quali hanno però chiesto a Franceschini, che l’altra settimana li ha riuniti per proporre la nascita di “Area democratica”, comesia possibile svolgere l’incarico di capogruppo, che ovviamentedeve lavorare in sintonia col segretario, e al tempo stesso continuare amantenere i caratteri distintivi attorno a cui è nata la mozione. Franceschini ha spiegato che avere quel ruolo può aiutare proprio a far vivere la posizione sostenuta al congresso e condizionare la linea del partito. Non a caso, lasciati i suoi e rimasto per un po’ nel Transatlantico, Franceschini ha incrociato Vasco Errani e gli ha confermato: «A Bersani gliel’ho detto, noi vogliamo voce». Poi, sorridendo e riprendendo i boatos che danno il governatore
dell’Emilia Romagna vicesegretario in pectore e coordinatore della segreteria: «Ti ho già liberato la stanza, ho portato via gli scatoloni». «Dario, non prendermi per il culo». «Ma se quando ti vedono si mettono tutti sull’attenti», ha continuato Franceschini indicando Di Pietro che passando è scattato nel saluto militare. «Sfottete, intanto sono stato l’unico a prendere un po’ di soldi a Tremonti». Siparietto che rende l’idea del clima assai diverso da quello di una settimana fa. Al di là di Errani, la fisionomia del nuovo Pdsi fa più chiara. Anna Finocchiaro verrà confermata capogruppo al Senato, Rosy Bindi sarà presidente del Pd. Possibili due vice, delle minoranze. E all’Assemblea nazionale Bersani dovrebbe proporre anche Miro Fiammenghi (consigliere regionale emilano) come nuovo tesoriere.
Ma Bersani (che per qualcuno tra i dalemiani avrebbe concesso troppo all’ex avversario) ha passato la giornata anche a tessere le alleanze. Incontro «positivo» con Bonino e Pannella al Senato («collaborazione che va approfondita»), col Verde Bonelli («il Pd non appoggerà lo sbarramento al 4% per le amministrative ») e con Casini e Cesa. Con l’Udc ci sarà «collaborazione» su diverse battaglie parlamentari. Ma come ammette Bersani, per le regionali «siamo ancora ai preliminari». E se Casini dice che «la linea maestra dell’Udc è andare da soli e alleanze ci saranno dove sarà possibile convergere su programmi chiari», le indiscrezionidanno i centristi già alleati nel Lazio con il Pdl.
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