sabato 24 ottobre 2009
Noi non moriremo di prudenza. Noi vivremo di coraggio.
Occorre cambiare. Cambiare l’Italia per farne un Paese migliore. Cambiare la politica. E dunque cambiare noi stessi. Non è tempo di compromessi. Di aggiustamenti. Di piccoli calcoli. Di convenienze meschine. Chi ricerca il potere solo per sopravvivere sì è già condannato a perdere. E invece il nostro partito, il nostro sogno, hanno un senso solo se sapremo spendere ogni goccia della nostra fatica per cambiare (...)
E anche noi, noi democratici, dobbiamo recuperare il senso di questa nostra libertà come l’anima della nostra avventura. Anche noi dobbiamo essere liberi. Liberi dai condizionamenti del passato. Dalle nostalgie. Dalle nostre vecchie appartenenze. Dalle correnti. Dai piccoli calcoli di potere.
Perché non conta più da dove veniamo ma è molto più importante dove vogliamo andare. Liberi di sperimentare forme nuove del nostro essere partito. Con coraggio. Rischiando il nuovo. E’ proprio questa nostra capacità di rischiare che ci renderà interessanti. Che conquisterà l’attenzione di chi, finora, è rimasto sulla soglia, a guardarci. (...)
Nel primo numero di “Adesso”, il suo giornale, il giornale che aveva voluto ad ogni costo, anche sfidando l’incomprensione del proprio tempo, Don Primo Mazzolari aveva scritto queste parole: “Rischiamo di morire di prudenza in un mondo che non vuole e non può attendere. Adesso è un atto di coraggio. Adesso, non domani.”
Noi non moriremo di prudenza. Noi vivremo di coraggio. Il coraggio di cambiare tutto in questa Italia che non più attendere. Nessuno ci fermerà. Neanche il potere più forte. Lo dobbiamo alle nostre madri e ai nostri padri. Alle loro fatiche, al loro sangue, al loro sudore. Lo dobbiamo alle nostre figlie e ai nostri figli. Alle loro speranze in un futuro da vivere liberi. Adesso è il nostro tempo, il tempo della nostra sfida. Non è domani. E’ adesso.
E anche noi, noi democratici, dobbiamo recuperare il senso di questa nostra libertà come l’anima della nostra avventura. Anche noi dobbiamo essere liberi. Liberi dai condizionamenti del passato. Dalle nostalgie. Dalle nostre vecchie appartenenze. Dalle correnti. Dai piccoli calcoli di potere.
Perché non conta più da dove veniamo ma è molto più importante dove vogliamo andare. Liberi di sperimentare forme nuove del nostro essere partito. Con coraggio. Rischiando il nuovo. E’ proprio questa nostra capacità di rischiare che ci renderà interessanti. Che conquisterà l’attenzione di chi, finora, è rimasto sulla soglia, a guardarci. (...)
Nel primo numero di “Adesso”, il suo giornale, il giornale che aveva voluto ad ogni costo, anche sfidando l’incomprensione del proprio tempo, Don Primo Mazzolari aveva scritto queste parole: “Rischiamo di morire di prudenza in un mondo che non vuole e non può attendere. Adesso è un atto di coraggio. Adesso, non domani.”
Noi non moriremo di prudenza. Noi vivremo di coraggio. Il coraggio di cambiare tutto in questa Italia che non più attendere. Nessuno ci fermerà. Neanche il potere più forte. Lo dobbiamo alle nostre madri e ai nostri padri. Alle loro fatiche, al loro sangue, al loro sudore. Lo dobbiamo alle nostre figlie e ai nostri figli. Alle loro speranze in un futuro da vivere liberi. Adesso è il nostro tempo, il tempo della nostra sfida. Non è domani. E’ adesso.
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