domenica 25 ottobre 2009

Fare le primarie vuol dire...

«Ma le primarie si fanno per arrivare primi?». La bimba di dieci anni sente continuamente questa parola e si chiede che cosa voglia dire. Possiamo aiutarla? Sì, le primarie si fanno per arrivare primi. Ma non solo primi per stare davanti agli altri. Si fanno di più per essere primi in democrazia, primi in dialogo, primi in convivenza, primi in rispetto, primi in partecipazione. Le primarie si chiamano così perché si fanno prima, ma non come un cosa che si fa prima per poi non pensarci più. Si fanno prima perché sono importanti.
Primario è parlarsi. Primario è ascoltarsi.
Primario è confrontarsi. Primario è mettersi in gioco. Primario è rispettarsi. Primario è dare ragione di sé riconoscendo le ragioni dell’altro.
Primario, nelle primarie, è farle. Ci vuole coraggio, costanza, fantasia, fiducia. Le virtù primarie della politica del duemila. Primario, nelle primarie, è il gusto della politica. Primaria, nelle primarie, è la politica stessa, l’arte di governare la città. Arte, non artificio. Arte, una cosa bella. Primario, nelle primarie, è la voglia di esserci. Di camminare in mezzo agli altri, con le proprie idee, senza usarle come armamenti ma come argomenti. Primario, nelle primarie, è ricordare che l’obiettivo è sì il potere, ma il potere come servizio, non come dominio. Il potere come equilibrio fra i poteri, perché il potere può dare alla testa e dunque è primario mettergli limiti e controlli.
Le primarie assomigliano alla primavera. E quando ti dicono che non ci sono più le mezze stagioni non ci devi credere. La primavera la vuole abolire chi ci vuol far vivere sempre nel freddo della mancanza di ideali o nel caldo della polemica violenta. Fare le primarie non è primario, dice qualcuno. Non so. Magari ci sarà qualcosa di più primario delle primarie, ma intanto le primarie danno voce a un bel po’ di gente che altrimenti si sentirebbe sempre secondaria. Le primarie mettono paura a chi vuole fare come gli pare. In genere chi vuole fare come gli pare si comporta in modo sbrigativo: non c’è mai tempo, non c’è mai bisogno.
Prendersi il tempo di fare le primarie è di primaria importanza. Le primarie sono anche una faccenda di trasparenza. Quando uno scende in campo dice chi è, ci mette la faccia. Primario, nelle primarie, è il confronto a viso aperto.
Le primarie fanno da base. La scuola primaria, per esempio, si chiama così perché è lì che si imparano le cose primarie. Poi si va alle secondarie, dove si imparano tante altre cose, ma senza le cose imparate alle primarie uno è come una casa senza fondamenta. Primario, nelle primarie, è mescolarsi e lasciare che i colori si formino. Chi va alle primarie non ama la tinta unita. Primario è ricordarsi che le primarie sono un mezzo, non un fine. Chi vincerà alle primarie? In fondo è secondario. Primario è andarci. E io ci vado anche per te.
Fonte: Aldo Maria Valli - Europa

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